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Claudio Tolomeo, o Tolemeo in greco antico: Κλαύδιος Πτολεμαῖος, Kláudios Ptolemàios in latino: Claudius Ptolemaeus (Pelusio, 100 circa – Alessandria d'Egitto, 168 circa), è stato un astronomo, astrologo e geografo greco antico.

Claudio Tolomeo
Claudio Tolomeo

Fu autore di importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto.


Biografia


Claudio Tolomeo visse in epoca imperiale, di lingua e cultura ellenistica. Operò ad Alessandria d'Egitto, allora nella Prefettura d'Egitto dell'Impero Romano.

Morì ad Alessandria intorno al 168[1].


L'Almagesto


Lo stesso argomento in dettaglio: Almagesto.

Il titolo greco originale di quest'opera era Μαθηματικὴ σύνταξις Mathēmatikḕ sýntaxis («Trattato matematico»). Il nome almagesto («il grandissimo») è la versione araba del nome greco con cui era nota l'opera ed è dovuto alla circostanza che, come per larga parte della scienza e della filosofia greca classica, la sua diffusione iniziale in Europa è avvenuta soprattutto attraverso manoscritti arabi, che furono tradotti in latino da Gerardo da Cremona nel XII secolo.

In questo lavoro, una delle opere scientifiche più influenti dell'antichità, Tolomeo raccolse la conoscenza astronomica del mondo greco basandosi soprattutto sul lavoro svolto tre secoli prima da Ipparco di Nicea. Tolomeo formulò un modello geocentrico, in cui solo il Sole e la Luna, considerati pianeti, avevano il proprio epiciclo, ossia la circonferenza sulla quale si muovevano, centrata direttamente sulla Terra. Questo modello del sistema solare, che da lui prenderà il nome di «sistema tolemaico», rimase di riferimento per tutto il mondo occidentale (ma anche arabo) fino a che non fu sostituito dal modello di sistema solare eliocentrico dell'astronomo polacco Niccolò Copernico, già ipotizzato nell'antica Grecia dall'astronomo e matematico Aristarco di Samo.

I metodi di calcolo illustrati nell'Almagesto (integrati nel XII secolo dalle Tavole di Toledo, di origine sasanide e riprese dagli Arabi musulmani) si dimostrarono di una precisione sufficiente per i bisogni di astronomi, astrologi e navigatori almeno fino all'epoca delle grandi scoperte geografiche.

L'Almagesto contiene anche un catalogo di stelle, probabilmente l'aggiornamento di un analogo catalogo compilato da Ipparco. L'elenco di quarantotto costellazioni che vi è contenuto è l'«antenato» del sistema di costellazioni moderne, ma non poteva coprire l'intera volta celeste, poiché questa non è completamente accessibile dalle latitudini del Mediterraneo, nelle cui vicinanze vissero Ipparco e Tolomeo.


Altre opere astronomiche


Oltre all'Almagesto, Tolomeo fu autore di diverse altre opere di astronomia. L'Iscrizione canobica e le Tavole manuali sono strettamente collegate alla sua opera principale, mentre le Ipotesi planetarie descrivono un modello meccanico del sistema planetario, costituito da sfere celesti incastonate l'una nell'altra, che è totalmente assente nell'Almagesto. Si sono conservati anche l'Analemma, il Planisfero (in una versione araba e una latina da un'altra araba) e il secondo libro delle Fasi.


La Geografia


Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia (Tolomeo).
La mappa dell'oikoumenè (mondo abitato) di Tolomeo.
La mappa dell'oikoumenè (mondo abitato) di Tolomeo.

Un'altra opera importante di Tolomeo è la Geografia, che contiene un'esposizione delle basi teoriche della geografia matematica e le coordinate di 8000 diverse località. Le fonti principali dell'opera furono l'opera del geografo Marino di Tiro e resoconti di viaggi attraverso l'impero romano, la Persia e altrove, ma gran parte delle informazioni relative a paesi al di fuori dell'impero erano imprecise.

Andreas Cellarius: Scenographia Systematis Mundani Ptolemaici
Andreas Cellarius: Scenographia Systematis Mundani Ptolemaici

La prima parte della Geografia contiene una discussione dei dati e dei metodi impiegati. Tolomeo vi espone i metodi cartografici che gli avevano permesso di disegnare carte sia dell'intero mondo abitato (oikouméne) che delle singole province romane. La seconda parte della Geografia è invece un elenco di 8000 luoghi con le loro latitudini e longitudini. Una delle innovazioni di tale opera fu proprio l'utilizzo, per la prima volta, della latitudine e della longitudine per l'identificazione dei luoghi sulla superficie terrestre. La sua oikouméne copriva 180 gradi di longitudine, dalle Canarie (nell'Oceano Atlantico) alla Cina, e circa 80 gradi di latitudine, dal Mare Artico all'Estremo Oriente (India Transgangetica) e all'Africa centrale.

La latitudine era misurata a partire dall'equatore, come si fa anche oggi. Quanto alle longitudini, Tolomeo fissò il meridiano di longitudine 0 in corrispondenza al territorio più occidentale di cui fosse a conoscenza, le Isole Fortunate, che sono state identificate con le attuali isole Canarie.

I valori riportati da Tolomeo, oltre a molti errori singoli, riguardanti soprattutto le località lontane dal mondo greco, presentano due errori sistematici. Innanzitutto egli sottovalutò le dimensioni della Terra. Eratostene aveva stimato che un grado di meridiano corrispondesse a 700 stadi, ma Tolomeo usò il valore di 500 stadi per grado. Assumendo che entrambi si riferissero allo stadio di circa 157 metri, Tolomeo abbandonò l'ottima approssimazione di Eratostene introducendo un errore di circa il 30%, la cui origine non è stata attribuita a una cattiva interpretazione dei dati di Eratostene.[2] Inoltre vi è un notevole errore sistematico sulle longitudini.


L'Ottica


Un'altra opera scientifica importante di Tolomeo è l'Ottica, che è stata tramandata incompleta oltre che in una pessima traduzione latina effettuata in Sicilia da Eugenius Amiratus da una versione araba.

Il trattato comprende, oltre a una sezione sulla riflessione, una trattazione dei fenomeni di rifrazione e include, in particolare, una tabella che fornisce gli angoli di rifrazione corrispondenti a vari angoli di incidenza per le coppie acqua-aria, aria-vetro e acqua-vetro: si tratta di un'importante testimonianza dell'antico metodo sperimentale. Riveste interesse anche la sezione dedicata al colore, che include esperimenti con un disco ruotante colorato a spicchi di vari colori, usualmente attribuito a Newton.[3]


Astrologia


Lo stesso argomento in dettaglio: Tetrabiblos.

Il trattato Τῶν ἀποτελεσματικῶνTṑn apotelesmatikṑn» ossia «Degli effetti [delle configurazioni astronomiche sulla storia degli individui e delle nazioni]»), conosciuto anche come Τετράβιβλος Tetràbiblos od «Opus quadripartitum» (ossia «Opera in quattro libri»), è l'opera astrologica di Tolomeo; quest'opera è considerata il testo fondamentale dell'astrologia classica che sta alla base dell'astrologia occidentale. Tolomeo è il primo autore classico ad affrontare l'argomento astrologico con rigore: a differenza di coloro che lo avevano preceduto, organizza l'analisi delle influenze dei movimenti degli astri in pochi presupposti ben definiti, istruendo il lettore a dedurre le predizioni utilizzando leggi geometriche precise.

Nelle prime righe del Tetrabiblos Tolomeo si scaglia contro i ciarlatani che, rivestendo in modo improprio l'astrologia con pratiche magiche e occulte, hanno gettato fango con predizioni arbitrarie su quella che lui considera una scienza esatta; il limite delle predizioni astrologiche, secondo l'autore, non è nell'oggetto dello studio bensì nell'incapacità umana di comprendere completamente il funzionamento delle influenze degli astri le quali, sempre secondo l'autore, danno a ogni essere umano (e anche a ogni evento meteorologico e movimento tellurico) un destino ineluttabile.[4]


Altre opere


Tolomeo fu anche autore di un'importante opera di teoria musicale, gli Armonici.


Edizioni e traduzioni delle opere


Quadripartitum, 1622
Quadripartitum, 1622

Note


  1. (EN) Jean Claude Pecker, Understanding the Heavens: Thirty Centuries of Astronomical Ideas from Ancient Thinking to Modern Cosmology, New York, Springer, 2001, p. 311.
  2. Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, VII edizione, Milano, Feltrinelli, 2013, ISBN 978-88-07-88323-1.
  3. L'Ottocento: fisica. La matematizzazione del colore, su treccani.it. URL consultato il 4 novembre 2018.
  4. Feraboli, introduzione.

Bibliografia


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[de] Claudius Ptolemäus

Claudius Ptolemäus (altgriechisch Κλαύδιος Πτολεμαῖος .mw-parser-output .Latn{font-family:"Akzidenz Grotesk","Arial","Avant Garde Gothic","Calibri","Futura","Geneva","Gill Sans","Helvetica","Lucida Grande","Lucida Sans Unicode","Lucida Grande","Stone Sans","Tahoma","Trebuchet","Univers","Verdana"}Klaúdios Ptolemaíos, lateinisch Claudius Ptolemaeus; * um 100, möglicherweise in Ptolemais Hermeiou, Ägypten; † nach 160, vermutlich in Alexandria)[1] war ein griechischer Mathematiker, Geograph, Astronom, Astrologe, Musiktheoretiker und Philosoph. Er lebte in Alexandria in der römischen Provinz Ägypten. Insbesondere seine drei Werke zur Astronomie, Geografie und Astrologie galten in Europa bis zur frühen Neuzeit als wissenschaftliche Standardwerke und wichtige Datensammlungen. Ptolemäus ist der bedeutendste Vertreter des geozentrischen Weltbildes.

[en] Ptolemy

Claudius Ptolemy (/ˈtɒləmi/; Greek: Πτολεμαῖος, Ptolemaios; Latin: Claudius Ptolemaeus; c. 100 – c. 170 AD)[2] was a mathematician, astronomer, astrologer, geographer, and music theorist,[3] who wrote about a dozen scientific treatises, three of which were of importance to later Byzantine, Islamic, and Western European science. The first is the astronomical treatise now known as the Almagest, although it was originally entitled the Mathēmatikē Syntaxis or Mathematical Treatise, and later known as The Greatest Treatise. The second is the Geography, which is a thorough discussion on maps and the geographic knowledge of the Greco-Roman world. The third is the astrological treatise in which he attempted to adapt horoscopic astrology to the Aristotelian natural philosophy of his day. This is sometimes known as the Apotelesmatika (lit. "On the Effects") but more commonly known as the Tetrábiblos, from the Koine Greek meaning "Four Books", or by its Latin equivalent Quadripartite.

[es] Claudio Ptolomeo

Claudio Ptolomeo (en latín, Claudius Ptolemaeus, y en griego, Κλαύδιος Πτολεμαῖος [Klaudios Ptolemaios]; Ptolemaida Hermia, c. 100 d. C.-Canopo, c. 170 d. C.) fue un astrónomo, astrólogo, químico, geógrafo y matemático griego.

[fr] Claude Ptolémée

Claude Ptolémée (en grec ancien Κλαύδιος Πτολεμαῖος Claúdios Ptolemaîos, en latin Claudius Ptolemaeus), communément appelé Ptolémée (Ptolémaïs de Thébaïde (Haute-Égypte)), né vers 100 et mort vers 168 à Canope[1], est un astronome, astrologue, mathématicien et géographe grec qui vécut à Alexandrie (Égypte). Il est également l’un des précurseurs de la géographie. Sa vie est mal connue. Son cognomen Ptolemæus semble indiquer des origines gréco-égyptiennes, et son nomen Claudius une citoyenneté romaine. Son prænomen est inconnu.
- [it] Claudio Tolomeo

[ru] Клавдий Птолемей

Кла́вдий Птолеме́й (др.-греч. Κλαύδιος Πτολεμαῖος, лат. Claudius Ptolemaeus, ок. 100 — ок. 170)[1] — позднеэллинистический астроном, астролог, математик, механик, оптик, теоретик музыки и географ. Жил и работал в Александрии Египетской (достоверно — в период 127—151 гг.[2][3]), где проводил астрономические наблюдения.



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