Giovanni Sacrobosco, detto anche Johannes de Sacrobosco, Sacrobosco, o John of Holywood (1195 circa – Parigi, 1256), è stato un matematico, astronomo e astrologo inglese, sebbene la sua reale origine sia dibattuta, che insegnò all'Università di Parigi.
Insieme all'italiano Guido Bonatti da Forlì fu uno dei più famosi astronomi-astrologi del XIII secolo.
Benché descritto come inglese, il suo luogo di nascita è sconosciuto, in quanto Sacrobosco sarebbe una non meglio specificata città o regione. La teoria secondo cui nacque ad Halifax viene oggi screditata poiché Halifax significa "sacra chioma", e non "sacro bosco". La sua formazione avvenne all'Università di Oxford.
Secondo un resoconto del XVII secolo, giunse all'Università di Parigi il 5 giugno del 1221. Non è chiaro se all'epoca fosse studente d'arte o già laureato in arte in un'altra università, e quindi fosse qualificato per l'insegnamento. Di certo c'è che insegnò matematica nell'ateneo parigino.
L'anno della sua morte è incerto, dato che le fonti indicano diversi anni: 1234, 1236, 1244 e 1256.
Un cratere lunare porta il nome di Sacrobosco.
Attorno al 1230, venne pubblicato il suo lavoro più noto, il Tractatus de Sphaera. In questo libro, Sacrobosco trattava della Terra e del suo posto nell'universo. Il libro divenne una lettura obbligatoria per gli studenti di tutte le università occidentali nei quattro secoli successivi e contribuì alla prima diffusione europea del sistema tolemaico. Citando direttamente Claudio Tolomeo e al-Farghānī, Sacrobosco affidò al trattato l'esposizione dei moti planetari secondo la teoria degli epicicli e dei deferenti. Per la sua chiarezza e semplicità l'opera rimase in auge fino a metà Seicento, come dimostrano le sue molte edizioni a stampa, le traduzioni e i commenti.
La sua descrizione della Terra come una sfera, e la sua popolarità, permettono, fin dagli studi compiuti nel XIX secolo, di confutare l'opinione secondo la quale gli studiosi medioevali avrebbero ritenuto che la Terra fosse piatta. Del resto, la rotondità della terra è ben sostenuta da altri autori del Medioevo, quali: Ruggero Bacone, Tommaso d'Aquino, Brunetto Latini, Dante Alighieri, Giovanni Buridano ed altri.
Sacrobosco fu un forte sostenitore dei metodi arabi nella matematica: il suo trattato Algorismus, che si ritiene la sua prima opera, fu uno dei primi testi sui numeri arabi adottato come manuale nelle università europee. In questo testo, noto anche come Algorismus de integris o Algorismus vulgaris, Sacrobosco tratta le quattro operazioni[1], il concetto di media aritmetica, e l'estrazione di radici quadrate e cubiche.
Nell'opera Computus (1235) trattò in maniera sistematica i calendari e la misura del tempo. Definì il giorno, la sua suddivisione in ore, e probabilmente fu il primo autore occidentale ad introdurre le frazioni sessagesimali (minuti e secondi). Definì l'anno solare e l'anno lunare.
Un'altra ragione della notorietà di Sacrobosco è la sua critica del Calendario Giuliano. Nel Computus sostenne infatti che tale calendario era avanti di 10 giorni e che era necessaria una qualche correzione. Il suo piano per sistemarlo era quello di saltare un giorno ogni 288 anni. Sempre in questo libro inventò la falsa nozione secondo cui Augusto tolse un giorno a febbraio per aggiungerlo ad agosto.
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