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Giovanni Virginio Schiaparelli (Savigliano, 14 marzo 1835Milano, 4 luglio 1910) è stato un astronomo, storico della scienza e ingegnere italiano.

Giovanni Schiaparelli

Senatore del Regno d'Italia
Legislature XVI
Sito istituzionale

Dati generali
Università Università degli Studi di Torino
Professione astronomo

Fu inoltre senatore del Regno d'Italia, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia delle Scienze di Torino e del Regio Istituto Lombardo, ed è noto particolarmente per i suoi studi su Marte. Il fratello minore, Celestino, fu un valente arabista.[1]


Biografia


Schiaparelli nell'osservatorio astronomico di Brera in un disegno di Beltrame per La Domenica del Corriere del 28 ottobre 1900
Schiaparelli nell'osservatorio astronomico di Brera in un disegno di Beltrame per La Domenica del Corriere del 28 ottobre 1900

Laureatosi in Ingegneria all'Università degli Studi di Torino nel 1854, studiò astronomia all'Osservatorio di Berlino, sotto Johann Franz Encke, e all'Osservatorio Imperiale russo di Pulkovo a San Pietroburgo), sotto Otto Wilhelm von Struve. Rientrato in Italia nel 1860, venne nominato "secondo astronomo" all'Osservatorio Astronomico di Brera, a Milano, e, nel 1862, Direttore. Nel 1867 pubblicò la memoria "Note e riflessioni intorno alla teoria astronomica delle stelle cadenti", nella quale teorizzò il nesso tra meteore e comete. Nel 1877 iniziò i suoi studi su Marte, cui è legata la celebre vicenda dei canali del pianeta rosso e della loro geminazione. Importanti anche i suoi studi di storia dell'astronomia.

Morì nel 1910 ed oggi la sua tomba si trova al Cimitero monumentale di Milano, nella cripta del Famedio.

Il Museo Civico "A. Olmo" della città natale Savigliano è stato oggetto di una donazione nel 1913 da parte dei familiari dell'astronomo. Sono stati donati i suoi ricordi personali e le sue pubblicazioni. Inoltre lo stesso Museo conserva la documentazione relativa alla realizzazione del monumento all'astronomo che è collocato nel centro cittadino nonché i lavori preparatori, modelli e bozzetti opera di Annibale Galateri autore del Monumento.


Attività astronomica


Planisfero di Mercurio disegnato da Schiaparelli
Planisfero di Mercurio disegnato da Schiaparelli

Compì quasi undicimila misure di stelle doppie visuali che sono quelle stelle che, all'oculare del telescopio, appaiono molto ravvicinate tra loro nel cielo. Le stelle doppie visuali possono essere due stelle, legate gravitazionalmente, che orbitano attorno al comune baricentro (dette doppie fisiche) oppure due stelle, senza alcun legame gravitazionale, che appaiono molto ravvicinate solo per effetto prospettico (dette doppie ottiche).

Tra i risultati astronomici, vi fu la scoperta dell'asteroide 69 Hesperia, il 29 aprile 1861, e la dimostrazione dell'associazione degli sciami meteorici delle Perseidi e delle Leonidi con le comete. Schiaparelli verificò, per esempio, che l'orbita dello sciame meteorico delle Leonidi coincideva con quella della cometa Tempel-Tuttle. Queste osservazioni condussero l'astronomo a formulare l'ipotesi, molto successivamente rivelatasi esatta, che gli sciami meteorici potessero essere residui cometari.


Storia della scienza


Schiaparelli fu uno dei maggiori studiosi del suo secolo della storia dell'astronomia antica. Fu tra l'altro il primo a capire che le sfere omocentriche di Eudosso di Cnido e di Callippo di Cizico, a differenza di quelle usate da molti astronomi di epoche successive, non erano concepite come sfere materiali, ma solo come elementi di un algoritmo di calcolo analogo alla moderna serie di Fourier. Propose inoltre un'ingegnosa ricostruzione del sistema planetario di Callippo, che è ancora la base degli studi su questo argomento.


I canali di Marte


Lo stesso argomento in dettaglio: Canali di Marte.
La mappa di Marte pubblicata da Schiaparelli nel 1888. Le depressioni scure denominate (in latino) mari e oceani sono i canali.
La mappa di Marte pubblicata da Schiaparelli nel 1888. Le depressioni scure denominate (in latino) "mari" e "oceani" sono i canali.

Molto popolari presso il grande pubblico furono le osservazioni al telescopio del pianeta Marte compendiate da Schiaparelli in tre pubblicazioni: "Il pianeta Marte" (1893), "La vita sul pianeta Marte" (1895) e "Il pianeta Marte" del 1909. Durante la grande opposizione del 1877, Schiaparelli osservò sulla superficie del pianeta una fitta rete di strutture lineari che chiamò "canali". I canali di Marte divennero ben presto famosi, dando origine a una ridda di ipotesi, polemiche, speculazioni e folklore sulle possibilità che il pianeta rosso potesse ospitare forme di vita senzienti.

L'autore scriveva:

«Piuttosto che veri canali della forma a noi più familiare, dobbiamo immaginarci depressioni del suolo non molto profonde, estese in direzione rettilinea per migliaia di chilometri, sopra larghezza di 100, 200 chilometri od anche più. Io ho già fatto notare altra volta, che, mancando sopra Marte le piogge, questi canali probabilmente costituiscono il meccanismo principale, con cui l'acqua (e con essa la vita organica) può diffondersi sulla superficie asciutta del pianeta»

(Giovanni Schiaparelli, La vita sul pianeta Marte, estratto dal fascicolo N.° 11 - Anno IV della rivista Natura ed Arte, maggio 1895, cap. I)
La rete artificiale di canali ipotizzata da Percival Lowell.
La rete artificiale di canali ipotizzata da Percival Lowell.

La maggior parte delle speculazioni sull'esistenza di una civiltà aliena su Marte fu favorita da un'errata traduzione in inglese del lavoro di Schiaparelli. La parola «canali» fu, infatti, tradotta con il termine «canals» invece del più corretto «channels». Mentre la prima parola indica una costruzione artificiale, il secondo termine definisce una conformazione del terreno che può essere anche di origine naturale.

Percival Lowell
Percival Lowell

L'astronomo statunitense Percival Lowell fu uno dei più ferventi sostenitori della natura artificiale dei canali marziani e condusse una dettagliata serie di osservazioni (compendiata nelle pubblicazioni: "Mars", 1895; "Mars and Its Canals", 1906; "Mars As the Abode of Life", 1908) a sostegno dell'ipotesi che i canali fossero delle imponenti opere di ingegneria idraulica progettate dai marziani per meglio gestire le scarse risorse idriche del pianeta.

Tra gli scienziati che contestarono l'esistenza dei canali, vi furono l'astronomo italiano Vincenzo Cerulli (tra i primi ad avanzare l'ipotesi che le strutture di Schiaparelli fossero illusioni ottiche come successivamente dimostrato), l'astronomo inglese Edward Walter Maunder (che condusse degli esperimenti visivi al fine di dimostrare la natura illusoria dei canali) e il naturalista inglese Alfred Russel Wallace che, nel libro "Is Mars Habitable?" del 1907, criticò aspramente le tesi di Lowell affermando che la temperatura e la pressione atmosferica del pianeta erano troppo basse perché potesse esistere acqua in forma liquida, e che tutte le analisi spettroscopiche effettuate fino a quel momento avevano escluso la presenza di vapore acqueo nell'atmosfera marziana.

Le prime foto della superficie del pianeta scattate dalla sonda spaziale Mariner 4, nel 1965, e la prima mappatura realizzata da Mariner 9, nel 1971, misero fine alla disputa rivelando una superficie arida e desertica butterata da crateri da impatto, profonde incisioni e formazioni di origine vulcanica.


Riconoscimenti


Francobollo che commemora il centenario della morte nel 2010
Francobollo che commemora il centenario della morte nel 2010

In suo onore furono battezzati l'asteroide 4062 Schiaparelli, il cratere Schiaparelli sulla Luna, il cratere Schiaparelli su Marte e lo Schiaparelli Dorsum, una catena montuosa sulla superficie di Mercurio.


Onorificenze



Onorificenze italiane


Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

Onorificenze straniere


Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (classe di pace)
 1895

Pubblicazioni


Osservazioni sulle stelle doppie, 1888
Osservazioni sulle stelle doppie, 1888

Note


  1. Schiaparèlli, Celestino, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. (EN) Obituaries: G. V. Schiaparelli, J. G. Galle, J. B. N. Hennessey J. Coles, J. E. Gore in The Observatory, Vol. 33, p. 311-318, agosto 1910

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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[de] Giovanni Schiaparelli

Giovanni Virginio Schiaparelli (* 14. März 1835 in Savigliano bei Cuneo; † 4. Juli 1910 in Mailand) war ein italienischer Astronom. Von 1864 bis 1900 war er Direktor der Brera-Sternwarte von Mailand.

[en] Giovanni Schiaparelli

Giovanni Virginio Schiaparelli ForMemRS HFRSE (/ˌskæpəˈrɛli, ˌʃæp-/ SKAP-ə-REL-ee, SHAP-,[2][3] also US: /skiˌɑːp-/ skee-AHP-,[3][4] Italian: [dʒoˈvanni virˈdʒiːnjo skjapaˈrɛlli]; 14 March 1835 – 4 July 1910) was an Italian astronomer and science historian.

[es] Giovanni Schiaparelli

Giovanni Virginio Schiaparelli (Savigliano, 14 de marzo de 1835 - Milán, 4 de julio de 1910) fue un astrónomo e historiador de la ciencia italiano. También fue senador del Reino de Italia,[1] miembro de la Accademia Nazionale dei Lincei, Accademia delle Scienze di Torino y del Regio Istituto Lombardo, y es especialmente conocido por su trabajo sobre Marte.

[fr] Giovanni Schiaparelli

Giovanni Virginio Schiaparelli (14 mars 1835 à Savillan, dans l'actuelle province de Coni, au Piémont, alors dans le Royaume de Sardaigne - 4 juillet 1910 à Milan, Italie) est un astronome, historien des sciences et homme politique italien.
- [it] Giovanni Schiaparelli

[ru] Скиапарелли, Джованни Вирджинио

Джова́нни Вирджи́нио Скиапаре́лли (итал. Giovanni Virginio Schiaparelli; 14 марта 1835, Савильяно, Пьемонт — 4 июля 1910, Милан) — итальянский астроном.



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