Fa parte del vicino Gruppo dello Scultore, un insieme di galassie di cui NGC 253 occupa la posizione dominante. Per dimensioni e massa, è la seconda grande galassia più vicina alla Via Lattea, dopo la Galassia di Andromeda. La sua distanza dalla Via Lattea è stimata sugli 11,4 milioni di anni luce.
La galassia fu scoperta da Caroline Herschel nel 1783 mentre cercava nuove comete. Circa mezzo secolo dopo, John Herschel la osservò con il suo telescopio di 18 pollici (45,7 cm) con specchio metallico da Capo di Buona Speranza. Così descrive l'oggetto: “Molto grande (24′ di lunghezza) e luminoso; un oggetto superbo. [...] La sua luce è un po' striata, ma non vedo nessuna stella all'interno, eccetto 4 grandi e una piccolissima, ma non sembrano appartenerle, ce ne sono tante intorno"[1].
Nel 1961, Allan Sandage scrive che la Galassia Scultore è "Il primo esempio di un sottogruppo speciale di sistemi Sc. [...] Le immagini fotografiche delle galassie del gruppo sono dominate da una cortina di polveri. Linee e ammassi di polvere di grande complessità sono sparsi sulla superficie. I bracci a spirale sono spesso difficili da tracciare. [...] I bracci sono definiti tanto dalla polvere quanto dalla spirale"[1]. Nel frattempo si scoprì che NGC 253 era una discreta sorgente di onde radio.
Osservazione
NGC 253 s'individua 7 gradi a sud della brillante stella βCeti. Sotto un buon cielo, un binocolo 11x80 è già sufficiente per individuarla e, se la notte è limpida e buia, anche con un 10x50 se ne osserva un leggero alone allungato. Un telescopio riflettore da 200mm di apertura rivela bene sia il nucleo, sia i due bracci di spirale, rivolti uno a NE e l'altro a SW, che si originano dalla barra centrale. Due stelle gialle di ottava grandezza appartenenti alla nostra Galassia si osservano sul lato sud dell'oggetto.
Nelle immagini fotografiche a lunga esposizione, il disco galattico esibisce chiari segni di interazione recente, forse i resti di uno o più satelliti catturati e distrutti. La galassia nana satellite Scl-MM-Dw2 (anche NGC 253-dw2) è attualmente in fase di cattura e distruzione mareale[2].
Caratteristiche
NGC 253 è una cosiddetta galassia starburst, ossia dove è vigorosa la formazione stellare. Il 22 novembre 1940, Fritz Zwicky scoprì vicino al suo nucleo una supernova, classificata nella International Astronomical Union Circular (IAUC) 848 come SN 1940E[3].
Sino all'anno 2020, entro la regione di influenza di NGC 253, erano note 12 galassie satelliti: NGC 247, NGC 7793 e i suoi compagni PGC 704814 ed ESO 349–031[4], DDO6, ESO349-03, ESO540-032, KDG2, Sc22, LVJ0055-2310, Scl-MM-Dw1, Scl-MM-Dw2[5].
Nel giugno 2021 è stata riportata la scoperta di tre nuove galassie satelliti,[6] nominate DonatielloII, DonatielloIII e DonatielloIV, scoperte dall'astrofilo italiano Giuseppe Donatiello. DonatielloII è il terzo satellite più vicino a NGC 253. DonatielloIII, a circa 340.000 parsec da NGC253, è uno dei membri periferici del gruppo satellite. DonatielloIV, insieme alla galassia nana irregolare ESO 540-032, forma un sottogruppo intorno a NGC 247.[7]
Ad agosto 2021, un altro gruppo di astronomi ha annunciato la scoperta di ulteriori tre nuove galassie satelliti, designate come Scl-MM-dw3, Scl-MM-dw4 e Scl-MM-dw5; tuttavia l'oggetto Scl-MM-dw3, come hanno specificato gli autori dello studio, è corrispondente alla già riportata DonatielloII. Le ultime satelliti, tutte osservate con il Telescopio Spaziale Hubble, sono classificabili come galassie nane ultradeboli (UFD.)[8]
Le galassie NGC 59, NGC 625, DDO 226 e UGCA 442 sono invece ritenute poste alla periferia e non legate a NGC 253, pur essendo nello stesso gruppo.
Nella cultura di massa
Nella serie televisiva The Event nell'episodio Inostranka gli extraterrestri affermano di venire dalla galassia NGC 253.
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